Sfruttamento del lavoro, caporalato, lotta per i diritti e per la riaffermazione della dignità, ma anche una riflessione sul modello economico attuale: questi sono stati i temi affrontati durante la cerimonia di consegna del Premio Fava Giovani 2024, svoltasi il 1° marzo pomeriggio a Palazzolo Acreide. Nella sala principale del museo dei Viaggiatori, presenti Diletta Bellotti, attivista e giornalista de l’Espresso, impegnata sul fronte dei diritti umani e della lotta al caporalato, vincitrice del premio, lo scrittore e attivista Yvan Sagnet, fondatore e presidente della rete No Cap, e Massimiliano Perna, giornalista freelance e membro della Fondazione Giuseppe Fava, impegnato nell’ambito dei diritti dei migranti e della lotta al caporalato. Prima dell’inizio dell’incontro, non è mancato il saluto dell’amministrazione comunale di Palazzolo Acreide, con l’intervento di Nadia Spada, vicesindaca e assessora alla Cultura, la quale ha sottolineato il lavoro svolto dalla Fondazione e l’importanza di coinvolgere i giovani, in un momento storico in cui è fondamentale suscitare un loro impegno attivo nelle lotte per i diritti e la giustizia e, ricordando Martin Luther King, contro la silenziosa complicità degli indifferenti. Dopo il saluto istituzionale, è intervenuta la presidente della Fondazione Giuseppe Fava,
Francesca Andreozzi, che ha lanciato per l’occasione la raccolta fondi online sulla piattaforma Laboriusa (clicca qui) per la realizzazione a Palazzolo di una statua in memoria di Giuseppe Fava.
La presidente, quindi, ha lasciato la parola alla giornalista Luisa Santangelo, che ha moderato il dibattito, coinvolgendo subito Diletta Bellotti, la quale ha raccontato il percorso che l’ha spinta a impegnarsi sia come attivista che come cronista, ispirata da un libro, “Ama il tuo sogno”, scritto da Yvan Sagnet. Anche Sagnet inizia il suo intervento raccontando la sua storia personale, quella di un ragazzo partito dal Camerun per studiare ingegneria a Torino e poi, per ragioni economiche, finito a cercare lavoro nelle campagne del sud, passando per le baraccopoli e conoscendo e vivendo sulla propria pelle lo sfruttamento, il degrado dei luoghi, l’umiliazione della dignità di tanti lavoratori. Lo scrittore camerunense ha quindi narrato la sua ribellione, l’organizzazione dello sciopero dei braccianti a Nardò, la sua esperienza di attivista e sindacalista che poi lo porterà anche a far nascere la realtà virtuosa di No Cap. Massimiliano Perna, invece, dopo aver spiegato il fenomeno del caporalato in Italia e in Sicilia, ha raccontato la sua esperienza di giornalista e attivista, sottolineando, così come aveva accennato anche Sagnet, la necessità di una legge più efficace di quella attuale (che è buona ma non sufficiente). Inoltre, con riferimento all’area di Cassibile, ha criticato duramente le soluzioni proposte e presentate in pompa magna dall’amministrazione di Siracusa, vale a dire un ostello da 200 posti
in dei container, per di più con delle regole interne che somigliano più a un campo di detenzione che a un luogo di accoglienza per i lavoratori. Una soluzione che chiama in causa sempre una visione distorta che la politica e la società italiana hanno del lavoratore migrante che, come ha poi sottolineato Bellotti nel suo intervento di chiusura, è lo schiavo che sorregge l’attuale modello economico ingiusto e violento.
Alla fine del dibattito, la presidente Andreozzi ha consegnato il premio nazionale Giuseppe Fava Giovani 2024 a Diletta Bellotti, leggendo la motivazione che riportiamo integralmente: “Per la professionalità e la sensibilità dimostrati nei confronti di temi
importanti e di grande urgenza civile, quali le mafie, le migrazioni e la tutela dei diritti. E per l’impegno tenace nel trasmettere, attraverso la professione giornalistica, valori come il rispetto e il linguaggio della gentilezza, la Fondazione Giuseppe Fava conferisce alla dottoressa Diletta Bellotti il premio nazionale Giuseppe Fava Giovani 2024”.
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