Il libro raccoglie le trentacinque inchieste che, nell’estate-autunno 1966, apparvero sulle pagine del quotidiano catanese “La Sicilia”, e composero il capolavoro di denuncia che è il “Processo alla Sicilia”. Pubblicato a Catania nel 1967 (ITES) il libro è stato ristampato nel 2008 dalla Fondazione Giuseppe Fava. Torna oggi in libreria nella nuova edizione curata dalla Zolfo Editore di Milano.
Presentazione
Quando di mezzo c’è la storia di un popolo con le sue passioni, i suoi vizi, la sua fantasia e la sua miseria, quarant’anni non sono affatto un tempo troppo lungo. Può accadere di voltarsi indietro e di ritrovare negli uomini di allora e di oggi, nelle cose che dicono, che fanno o che nascondono, il tratto inconfondibile di qualcosa che riconosciamo. E che ci appartiene. Giuseppe Fava raccolse le inchieste di «Processo alla Sicilia» in un’isola che s’affacciava ai miti della modernità e a un tiepido benessere dopo la catastrofe della guerra e l’umiliazione della fame. Rileggere questo libro oggi non è un omaggio alla memoria ma una riflessione su questa terra. Sui mutamenti che l’hanno travolta e su certi vezzi conficcati nello spirito degli uomini come se da allora fosse passata solo una manciata di minuti. Eppure da allora abbiamo conosciuto l’industrializzazione e il suo repentino fallimento, la crescita esponenziale della mafia e della sua impunità, il tradimento dell’autonomia siciliana e la progressiva decadenza della politica a un mestiere di faccendieri e d’imbroglioni.
Ci sono state storie mirabili, non di eroi ma di uomini che seppero mettere la ricerca della verità in cima a ogni rischio personale; e altre storie, infami, di uomini che si sono fatti macellai per tenere l’isola sotto il tallone del terrore.
Eppure, quando leggerete questo libro, vi sembrerà di riconoscere uomini e cose di questi giorni: nel loro modo di essere siciliani e nel modo di ribellarsi a questo destino, nel gusto della menzogna, nell’arte della furbizia, nei gesti senza parole… Fava era maestro nel raccontare tutto questo. La Fondazione, ripubblicando «Processo alla Sicilia», sa di offrire uno strumento non solo per la nostra memoria ma per indagare il presente di un popolo che nessuno riuscirà mai davvero a processare.
14 marzo 2008 Claudio e Elena Fava
Sedici anni dopo la prima riedizione di «Processo alla Sicilia» curata dalla Fondazione Fava, non c’è molto da aggiungere alla breve introduzione che Elena e io indirizzammo ai lettori di questo libro in quell’occasione.
Allora come oggi resta intatta l’attualità delle inchieste di Giuseppe Fava, il suo sguardo mai dolente, mai rassegnato sulle vicende di questa terra. Resta intatta, diremmo quasi immobile, la Sicilia. Cambiata, trasformata, sventrata e ricostruita più volte ma capace di produrre di sé, della propria anima profonda, gli stessi sentimenti che conobbe Giuseppe Fava negli anni in cuipercorse e raccontò l’isola. Sentimenti primitivi e insieme assoluti che da tremila anni segnano la forza e la zavorra di questa terra.
Riproporre oggi «Processo alla Sicilia» è anzitutto un invito a non allentare il nostro sguardo, a non farlo impigrire nelle abitudini. Qualunque sarà, un giorno, l’esito di questo processo, sarà importante non esserne stati mai solo svagati spettatori.
9 dicembre 2024 Claudio Fava
Un documento
La Sicilia, un continente dentro una nazione. Le chiese più antiche, i monumenti più favolosi, i paesi più miserabili d’Europa, i palazzi più aristocratici, l’infelicità del bisogno e l’onore che sopravvive agli individui, i padri della letteratura e del teatro europei, la gente più paziente, la gente più violenta, la mafia e il piacere di uccidere, la verginità e le umiliazioni dell’amore, il sole sopra le cose immobili, gli uomini immobili, una prospettiva diversa dell’esistenza nella quale i sentimenti fondamentali sono ricondotti alla loro purezza e violenza, i nomi più tragici della storia italiana degli ultimi trent’anni, i problemi sociali più imponenti, una continua lotta feroce, una continua corruzione. E su tutto la ribellione umana al proprio destino.
Qual è oggi veramente la Sicilia? Di là dalle retoriche della politica, del folklore giornalistico, dietro tutte le facciate umane: l’onorabilità, il pudore sociale, i pregiudizi, i manifesti, le fotografie, i discorsi, le leggi, i programmi, le speranze.
È difficile guardare nell’anima del Sud, poiché essa è oscura e tragica. L’antica abitudine al dolore l’ha resa diffidente. E non basta scrutare il volto delle città e conoscere le passioni degli uomini, ma bisogna conoscere ogni altra cosa, gli errori, le truffe, gli inganni, i trucchi, le viltà, i delitti, le paure, i sogni: tutte le cose che, messe insieme, formano appunto l’anima reale e fantastica di un popolo. Solo così, infine, è possibile valutare i diritti ch’essa ha sulla faccia della terra e sapere quante speranze abbia di sopravvivere.
Questo libro raccoglie in un unico volume le trentacinque inchieste che, nell’estate-autunno 1966, apparvero sulle pagine del quotidiano catanese «La Sicilia», e composero il «Processo alla Sicilia». È il documento dell’anima meridionale: i suoi tormenti e la sua ansia di ascesa civile.
Giuseppe Fava
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