L’evento “Luigi Lo Cascio legge Giuseppe Fava” organizzato dalla Fondazione Fava in occasione del 91° anniversario della nascita dell’intellettuale catanese ha registrato un grandissimo successo. La pur vasta corte Mariella Lo Giudice (noto ai più come cortile Platamone) del Palazzo della Cultura di Catania, era stracolma. Più di settecento partecipanti. Con una lettura schietta e toccante Luigi Lo Cascio ha fatto scoprire ai catanesi i testi meno noti di Giuseppe Fava, che attraverso una precisa scelta cronologica, ne hanno ripercorso tutte le più importanti fasi della vita, e della maturazione. Una prosa fortemente poetica, apprezzata da tutti, e soprattutto dai giovani (molto numerosi tra il pubblico) molti dei quali non erano ancora nati quando Fava fu assassinato dalla mafia.
Giovani e giovanissimi – ha sottolineato la critica cittadina – che hanno ricevuto un’immagine di Fava ben diversa da quella divenuta consueta da decenni. Quasi sottolineando come fossero quelli del 14 settembre 2016 l’immagine e il valore più autentico di Fava.
Ma chi conosce i contenuti delle sue opere (tutte, teatro, pittura, narrativa, saggistica e, non ultimo autorevolissimo giornalismo a schiena dritta) sa bene che non è così, sa bene che Fava è un intellettuale a tutto tondo che dovunque e comunque ha lottato a favore della dignità umana e contro il sopruso, la prevaricazione, la miseria, il dolore.
In quelle righe, tra l’altro, -ma questo è certamente un refuso- si riporta che la Fondazione Fava ha scelto di non guardare tanto agli aspetti della legalità, quanto all’aspetto poetico, letterario, artistico di Pippo Fava, con la sua sincerità di vita, con il suo candore sentimentale.
È certamente un refuso, può succedere, e per fugare ogni dubbio in chi legge riportiamo integralmente l’intervento del Presidente Prof. Maria Teresa Ciancio.
La fondazione dal 21 dicembre dell’anno scorso ha iniziato una nuova vita, perché una vita non c’è più.
Morta Elena Fava si è spezzata la voce che raccontava il padre e, in parte, l’uomo e così è rimasto lo scrittore, il giornalista, il pittore. E’ per questo che la fondazione si è riorganizzata in gruppi di interesse, legati alle competenze, che ogni anno lavoreranno, soprattutto nelle scuole e l’Università di Catania, con cui è stato firmato un protocollo di intesa , su un tema che è presente nell’opera di Fava ma è, nel contempo, attuale e motivo di riflessione. Giuseppe Fava è stato un intellettuale meridionale a tutto tondo, che guardava da “siciliano”, come tutto in lui era profondamente siciliano, la realtà senza mai separare nella sua opera analisi, denuncia e didattica
I suoi occhi hanno sempre visto aldilà, mai l’aldilà, e la realtà, fedelmente descritta, è sempre stata interpretata, analizzata, sviluppata in conseguenze che, a volte, si sono verificate dieci anni dopo. Profezie? No . Straordinarie capacità di analisi con mente libera da pregiudizi e ideologie.
Mi viene così naturale immaginare, poiché la fondazione si darà ogni anno un tema, che il tema di quest’anno sia LO SGUARDO DI PIPPO, una lettura “aldilà” dei fatti di Catania e del suo interland, una riflessione lunga 365 giorni di ciò che vediamo, ogni giorno, ma di corsa e senza riflessione, cercando invece di capire e capire significa mettere i fatti in connessione, cercare il prima e il dopo, immaginare anche quale potrebbe essere il dopo e trarre le conseguenze.
Questo significherà anche che più che guardare agli aspetti della legalità, parola ormai abusata dai molti che sul carro ci sono saltati sopra mentre il conducente era, o fingeva di essere, distratto, bisogna iniziare a parlare di responsabilità personali e civili, senza voltare lo sguardo o abbassarlo per timore o imbarazzo.
A conclusione di questo volutamente brevissimo intervento vorrei presentare il CdA della fondazione, di cui ogni componente sarà responsabile di un aspetto dell’opera di Giuseppe Fava, e lavorerà con un suo gruppo
Teatro: Orazio Torrisi,
Educazione alla responsabilità personale e civile: Adriana Laudani
L’opera letteraria: Maria Teresa Ciancio e Alessandra Andreozzi
Didattica educativa e cura del disagio dei giovani: Francesca Andreozzi
Aspetti della moderna comunicazione in Giuseppa Fava: Lia Fassari
Contestualizzazione e attualità dell’opera di Giuseppe Fava: Luciano Granozzi
Esterni al CdA, ma vicinissimi alla fondazione Antonio Pioletti, che cura i rapporti di collaborazione con l’Università di Catania, Nuccio Gibilisco, coordinatore della Fondazione a Palazzolo Acreide e per il teatro Marialuisa Nocerino e Gloriana Orlando, organizzatrici di questo incontro.
Concludiamo questa news con due post pubblicati su FB il mattino del 15 settembre.
Il primo della Fondazione in risposta alla discussione avviatasi già ieri sera da chi non è potuto entrare perché tutta la capienza della corte era stata raggiunta:
«Ci scusiamo con le persone rimaste all’esterno. A noi sarebbe piaciuto riempire anche tutto il loggione, ma non era possibile, per motivi di sicurezza. Non condividiamo però le polemiche di chi, rimasto fuori perché arrivato oltre l’orario previsto, vuole raccontare di sale vuote, di porte aperte solo agli amici, di sfilate delle autorità. Non è avvenuto nulla di tutto ciò, il cortile era stracolmo, sono entrati tutti coloro che hanno potuto e, nella pausa tra le due letture, l’assessore ha fatto riaprire le porte. Le sole autorità protagoniste sono stati i testi di Pippo Fava e la voce di Luigi Lo Cascio». A voler anzi vedere la questione da un altro aspetto, concludono, «il fatto che l’affluenza sia stata così alta da lasciare persone fuori è una cosa positiva, ci racconta di una Catania che ha voglia di partecipare, di esserci, di conoscere, e che speriamo di vedere al prossimo evento della fondazione Fava».
Il secondo: «se c’è coda per un evento su Pippo Fava, è un buon segno per questa città; la prossima volta, magari, organizziamolo allo stadio! »