Premio Fava Giovani e mostra “Storia delle mafie con i disegni di Giuseppe Fava”

Il Premio Fava Giovani 2025 sarà consegnato a Palazzolo Acreide Venerdì 28 febbraio 2025, allo spazio San Sebastiano di Palazzolo Acreide (SR, piazza del Popolo 19) nell’ambito della cerimonia di chiusura della mostra “Storia delle mafie”, curata dal Dipartimento di analisi, studio e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi della PAMI (Pontificia Academia Internationalis Mariana della Santa Sede).

L’edizione palazzolese è stata arricchita dalla esposizione di numerosi disegni inediti di Giuseppe Fava, raffiguranti varie tipologie di mafiosi, maschere grottesche con titolo autografo di Fava il quale, consapevole di quanto lo scherno fosse inviso e aborrito dai criminali mafiosi, seppe utilizzare con efficacia anche la derisione quale strumento di provocatoria e forte disapprovazione.

Alla cerimonia di chiusura, dopo i saluti di Nadia Spada, Assessore alla Cultura e vicesindaco di Palazzolo Acreide, e del Luogotenente Corrado Marcí, comandante Stazione dei Carabinieri di Palazzolo Acreide, interverranno Paolo Caligiore, presidente Associazione Antiracket “Giuseppe Fava”, Francesca Andreozzi, presidente della Fondazione Giuseppe Fava e Sara Curcio Raiti, presidente d Mediblei, la società cooperativa che ha curato l’edizione palazzolese della mostra.

A seguire Francesca Andreozzi consegnerà il Premio Fava Giovani 2025 a Flavia Gallo

250124 Processo Sicilia

PROCESSO ALLA SICILIA di Giuseppe Fava, nuovamente in libreria

Il libro raccoglie le trentacinque inchieste che, nell’estate-autunno 1966, apparvero sulle pagine del quotidiano catanese “La Sicilia”, e composero il capolavoro di denuncia che è il “Processo alla Sicilia”. Pubblicato a Catania nel 1967 (ITES) il libro è stato ristampato nel 2008 dalla Fondazione Giuseppe Fava. Torna oggi in libreria nella nuova edizione curata dalla Zolfo Editore di Milano.

Presentazione

Quando di mezzo c’è la storia di un popolo con le sue passioni, i suoi vizi, la sua fantasia e la sua miseria, quarant’anni non sono affatto un tempo troppo lungo. Può accadere di voltarsi indietro e di ritrovare negli uomini di allora e di oggi, nelle cose che dicono, che fanno o che nascondono, il tratto inconfondibile di qualcosa che riconosciamo. E che ci appartiene. Giuseppe Fava raccolse le inchieste di «Processo alla Sicilia» in un’isola che s’affacciava ai miti della modernità e a un tiepido benessere dopo la catastrofe della guerra e l’umiliazione della fame. Rileggere questo libro oggi non è un omaggio alla memoria ma una riflessione su questa terra. Sui mutamenti che l’hanno travolta e su certi vezzi conficcati nello spirito degli uomini come se da allora fosse passata solo una manciata di minuti. Eppure da allora abbiamo conosciuto l’industrializzazione e il suo repentino fallimento, la crescita esponenziale della mafia e della sua impunità, il tradimento dell’autonomia siciliana e la progressiva decadenza della politica a un mestiere di faccendieri e d’imbroglioni.

Ci sono state storie mirabili, non di eroi ma di uomini che seppero mettere la ricerca della verità in cima a ogni rischio personale; e altre storie, infami, di uomini che si sono fatti macellai per tenere l’isola sotto il tallone del terrore.

Eppure, quando leggerete questo libro, vi sembrerà di riconoscere uomini e cose di questi giorni: nel loro modo di essere siciliani e nel modo di ribellarsi a questo destino, nel gusto della menzogna, nell’arte della furbizia, nei gesti senza parole… Fava era maestro nel raccontare tutto questo. La Fondazione, ripubblicando «Processo alla Sicilia», sa di offrire uno strumento non solo per la nostra memoria ma per indagare il presente di un popolo che nessuno riuscirà mai davvero a processare.

14 marzo 2008          Claudio e Elena Fava

Sedici anni dopo la prima riedizione di «Processo alla Sicilia» curata dalla Fondazione Fava, non c’è molto da aggiungere alla breve introduzione che Elena e io indirizzammo ai lettori di questo libro in quell’occasione.

Allora come oggi resta intatta l’attualità delle inchieste di Giuseppe Fava, il suo sguardo mai dolente, mai rassegnato sulle vicende di questa terra. Resta intatta, diremmo quasi immobile, la Sicilia. Cambiata, trasformata, sventrata e ricostruita più volte ma capace di produrre di sé, della propria anima profonda, gli stessi sentimenti che conobbe Giuseppe Fava negli anni in cuipercorse e raccontò l’isola. Sentimenti primitivi e insieme assoluti che da tremila anni segnano la forza e la zavorra di questa terra.

Riproporre oggi «Processo alla Sicilia» è anzitutto un invito a non allentare il nostro sguardo, a non farlo impigrire nelle abitudini. Qualunque sarà, un giorno, l’esito di questo processo, sarà importante non esserne stati mai solo svagati spettatori.

9 dicembre 2024          Claudio Fava

Un documento

La Sicilia, un continente dentro una nazione. Le chiese più antiche, i monumenti più favolosi, i paesi più miserabili d’Europa, i palazzi più aristocratici, l’infelicità del bisogno e l’onore che sopravvive agli individui, i padri della letteratura e del teatro europei, la gente più paziente, la gente più violenta, la mafia e il piacere di uccidere, la verginità e le umiliazioni dell’amore, il sole sopra le cose immobili, gli uomini immobili, una prospettiva diversa dell’esistenza nella quale i sentimenti fondamentali sono ricondotti alla loro purezza e violenza, i nomi più tragici della storia italiana degli ultimi trent’anni, i problemi sociali più imponenti, una continua lotta feroce, una continua corruzione. E su tutto la ribellione umana al proprio destino.

Qual è oggi veramente la Sicilia? Di là dalle retoriche della politica, del folklore giornalistico, dietro tutte le facciate umane: l’onorabilità, il pudore sociale, i pregiudizi, i manifesti, le fotografie, i discorsi, le leggi, i programmi, le speranze.

È difficile guardare nell’anima del Sud, poiché essa è oscura e tragica. L’antica abitudine al dolore l’ha resa diffidente. E non basta scrutare il volto delle città e conoscere le passioni degli uomini, ma bisogna conoscere ogni altra cosa, gli errori, le truffe, gli inganni, i trucchi, le viltà, i delitti, le paure, i sogni: tutte le cose che, messe insieme, formano appunto l’anima reale e fantastica di un popolo. Solo così, infine, è possibile valutare i diritti ch’essa ha sulla faccia della terra e sapere quante speranze abbia di sopravvivere.

Questo libro raccoglie in un unico volume le trentacinque inchieste che, nell’estate-autunno 1966, apparvero sulle pagine del quotidiano catanese «La Sicilia», e composero il «Processo alla Sicilia». È il documento dell’anima meridionale: i suoi tormenti e la sua ansia di ascesa civile.

Giuseppe Fava

5 gennaio 2025

Un evento particolare ha aperto gli incontri del 5 gennaio 2025; la Messa in Cattedrale celebrata dall’Arcivescovo Mons. Luigi Renna. Durante l’omelia, con una sapiente liason dal verbum evangelico alla parola umana, l’Arcivescovo ha ricordato la parola di Pippo Fava e la sua testimonianza civile, sottolineando che «chi informa sulla verità forma le coscienze». Molti, tra gli intervenuti, hanno sottolineato l’intensità delle parole di sua Eminenza, e qualcuno ha anche aggiunto… «in questa Cattedrale raramente si sono udite parole così».

Nel pomeriggio, sotto la lapide di via Fava, mons. Renna ha incontrato la famiglia di Giuseppe Fava e rinnovato il suo impegno affinché la testimonianza di Fava rimanga viva in questa Catania che ne ha tanto bisogno.

Tra i due vigili urbani che presidiavano la lapide e alla presenza del vicesindaco, è seguito l’omaggio floreale della famiglia al quale si sono uniti numerosi cittadini che hanno voluto deporre i loro fiori in un assordante silenzio che più di ogni parola ha ricordato l’uccisione di quarantuno anni fa.

Al Piccolo Teatro di via Ciccaglione, con un parterre modificato a causa di improvvisi impedimenti di Alessia Candito e Giorgio Mottola s’è svolto infine l’incontro organizzato dalla Fondazione Fava sul giornalismo oggi, che ha avuto ospiti Lorenzo Tondo, Laura Distefano e Mario Barresi, moderati (in un insolito ruolo, come lei stessa ha sottolineato) dalla presidente della fondazione Francesca Andreozzi.

La presenza della mafia nel tessuto sociale è sempre rilevante e il suo intervento oggi si realizza principalmente con la corruzione. Il racconto del giornalista è difficile soprattutto a causa dell’infotainment (ha sottolineato Lorenzo Tondo), l’informazione che diviene intrattenimento e spettacolo mettendo a rischio il controllo della veridicità della notizia.

Laura Distefano e Mario Barresi hanno aggiunto che anche l’intimidazione è cambiata, non si minaccia più, non si spara più, si usano le querele temerarie, con richieste di risarcimenti fuori misura. A istruirle non solo le persone oggetto d’inchiesta, non di rado sono le stesse istituzioni, anche la magistratura. L’Italia è il paese al mondo col numero più alto, e sono un’intimidazione efficace soprattutto verso i freelance che non hanno un editore a proteggerli. Una consuetudine sempre più diffusa, che dovrebbe essere contrastata con un’apposita legge, che però nessun politico sembra volere.

Il giornalismo con la G maiuscola, quello dei cronisti che cercano la notizia anziché riceverla ci sarà sempre, hanno concluso i relatori, cambierà forse il mezzo col quale si farà informazione e per questo non vanno snobbati le testate online né i social media.

Francesca Andreozzi presenta la serata al Piccolo Teatro
Lorenzo Tondo e Mario Barresi
Francesca Andreozzi e Laura Distefano
CL 72 Mafioso pagliaccio (1975-83) inchiiostro e pennarello su cartoncino 32,5x23,5

1.12.2024 – 2.3.2025 – Storia delle mafie e i disegni di Giuseppe Fava

Palazzolo Acreide (SR) 1 dicembre 2024 – 2 marzo 2025

Spazio San Sebastiano, Palazzolo Acreide (SR), Piazza del Popolo 19.

Ingresso libero, tutti i giorni, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00.

Per le scuole che desiderassero programmare una visita didattica alla mostra, contattare lo Spazio San Sebastiano inviando una mail a info@mediblei.com

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Fava 2024 Vers.6 Ascoltando Pippo Fava

99° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI GIUSEPPE FAVA -Cambio location

Manuela Ventura e David Coco, nel 99° Anniversario della nascita di Giuseppe Fava, ci faranno riascoltare alcuni tra i più bei racconti e brani di diario tratti dal libro PAGINE.

Alle 18:30 di domenica 15 settembre 2024, presso la sala conferenze al piano terra del Castello Ursino, in piazza Federico II° di Svevia, 21.

Pagine” è stata una rubrica di successo del quotidiano «La Sicilia», pubblicata tra il 1967 e il 1969, nella quale Fava, con cadenza settimanale, pubblicava racconti, favolette, elzeviri, pagine di diario. Nel 1969 infine pubblicato il libro (con lo stesso titolo della rubrica) che raccoglie appunto le pagine più belle, selezionate dallo stesso autore.

Questo libro è ormai pressoché introvabile (ultima edizione MESOGEA, Messina, 2011) e anche per tale ragione la Fondazione Fava ha scelto di proporre la lettura di alcuni brani, per farne conoscere il contenuto, invitare chi ha la fortuna di averlo in libreria a leggerlo o rileggerlo, e suscitare in chi invece non lo conosce, soprattutto i giovani, il desiderio di trovarlo, magari acquistandolo online, dove capita di trovare qualcuno che lo mette in vendita, e di leggerlo

 

Pagine Copertina

99° anniversario della nascita di Giuseppe Fava

Manuela Ventura e David Coco, nel 99° Anniversario della nascita di Giuseppe Fava, ci faranno riascoltare alcuni tra i più bei racconti e brani di diario tratti dal libro PAGINE.

Alle 18:30 di domenica 15 settembre 2024, presso la Corte della Galleria d’Arte Moderna di Catania, in via Castello Ursino 23.

Pagine” è stata una rubrica di successo del quotidiano «La Sicilia», pubblicata tra il 1967 e il 1969, nella quale Fava, con cadenza settimanale, pubblicava racconti, favolette, elzeviri, pagine di diario. Nel 1969 infine pubblicato il libro (con lo stesso titolo della rubrica) che raccoglie appunto le pagine più belle, selezionate dallo stesso autore.

Questo libro è ormai pressoché introvabile (ultima edizione MESOGEA, Messina, 2011) e anche per tale ragione la Fondazione Fava ha scelto di proporre la lettura di alcuni brani, per farne conoscere il contenuto, invitare chi ha la fortuna di averlo in libreria a leggerlo o rileggerlo, e suscitare in chi invece non lo conosce, soprattutto i giovani, il desiderio di trovarlo, magari acquistandolo online, dove capita di trovare qualcuno che lo mette in vendita, e di leggerlo.

 

 

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Rassegna sul teatro di Giuseppe Fava (Roma 12 giugno 2024)

Mercoledì 12 giugno 2024, alle 19:00, al Teatro Marconi (v.le Guglielmo Marconi 698/E) Claudio Fava e Francesco Merlo presenteranno la Rassegna sul Teatro di Giuseppe Fava, allestita dal Gruppo Teatro Metis, che andrà in scena dal 16 al 26 giugno.

Calendario

Teatro Marconi (v.le Guglielmo Marconi 698/E)

16 giugno   La violenza

17 giugno   Rivoluzione

18 giugno   Pagine

Teatro di Villa Lazzaroni (via Appia Nuova 522 – via Tommaso Fortifiocca, 71

24 giugno   Bello, bellissimo

25 giugno   America, America

26 giugno   Il Proboviro

 

COPERTINA MAESTRA E DIAVOLO 1

La maestra e il diavolo (18 maggio 2024)

Quattro inediti documenti dell’archivio di Giuseppe Fava raccontano l’iter editoriale del romanzo La maestra e il diavolo, noto con il titolo di Gente di rispetto. Titolo che Fava non gradì mai, perché Il romanzo non è un thriller di mafia, come potrebbe sembrare e come fu accolto da critica e pubblico nel 1975.

Viene ripubblicato quarant’anni dopo l’uccisione mafiosa di Giuseppe Fava, dedicato soprattutto a chi quarant’anni fa non era ancora nato. Viene ripubblicato perché ormai introvabile.

Un testo ancora attualissimo, per il ruolo che assegna alla donna, per il ruolo (oggi alquanto screditato) che assegna all’insegnamento e alla scuola in genere, per la sottolineatura che fa di diseguaglianze e  corruzione quali causa-effetto di quanto viviamo nella società del nostro tempo. Senza alcuna visione autoassolutoria del Sud e dei mali che lo affliggono.

Sabato 18 maggio 2024, al Mondadori Bookstore di piazza Roma a Catania

FGF & USR

Consegnati il Premio Giovanna B Mori e i Premi del concorso giornalistico «apri la finestra sulla tua città …»

Venerdì 10 maggio, nella raccolta ma suggestiva cornice del Piccolo Teatro della Città, pieno di giovani studenti provenienti da tutta la Sicilia, sapientemente guidate dalla giornalista Luisa Santangelo si sono svolte le due annunciate premiazioni indette dalla Fondazione Giuseppe Fava e dall’Ufficio Scolastico Regionale.

Hanno aperto i lavori Francesca Andreozzi, Presidente della Fondazione, e il Dott. Emilio Grasso, Dirigente dell’Ambito territoriale di Catania dell’URS che hanno illustrato obiettivi e programmi della giornata.

A seguire, Giuseppe M Andreozzi ha ricordato la figura di Giovanna B Mori, storica dell’arte padovana prematuramente scomparsa, che ha maggiormente studiato l’opera pittorica e grafica di Giuseppe Fava associando all’analisi tecnica una fullimmersion sui suoi scritti e la sua biblioteca, lasciandoci un prezioso saggio artistico, vero punto di riferimento per chi volesse studiare il «Fava Pittore». Andreozzi ha anche ricordato l’iter che, per iniziativa di Fabrizio Ricci, marito di Giovanna Mori, ha portato alla istituzione del «Premio Storico Artistico Giovanna Berenice Mori», che vuole stimolare studi e approfondimenti sulla pittura faviana. Subito dopo s’è svolta la premiazione dell’edizione 2023.

Luisa Santangelo, Fabrizio Ricci e Giuseppe Maria Andreozzi

Al secondo e terzo posto si sono classificati Andrea Giovanni Calì di Catania, e Giulia Rossi di Milano, rispettivamente con i saggi «Espressività e fisiognomica nella produzione artistica di Giuseppe Fava», e «La maschera come espediente narrativo: James Ensor e Giuseppe Fava».

Il primo premio è stato assegnato a Elena Cantarella da Catania per il saggio «Giuseppe Fava: oltre il segno», per avere presentato in modo puntuale e preciso, asciutto e piano il lavoro artistico di Giuseppe Fava, coniugandolo con le principali intenzioni artistiche antropologiche e culturali dell’autore. È questo certamente il caso dell’introspezione, del doppio, dello studio sui volti, ironica denuncia caricaturale che Fava mette continuamente in atto e che la candidata intercetta bene. Tale lettura appare innovativa e valido approfondimento dell’opera faviana. Oltre all’attestato, il Dr. Fabrizio Ricci, marito di Giovanna Mori, medico padovano e patrocinatore del premio, ha consegnato alla vincitrice, come previsto dal bando di concorso, un assegno di 1.500,00 €.

Elena Cantarella riceve l’attestato di vincitrice con la relativa motivazione
Fabrizio Ricci consegna l’assegno di 1.500,00 €

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo un intermezzo musicale  a cura dell’Orchestra «Musicainsieme a Librino» [Alice Cardella,violino; Sofia Biamonte, violino; Ruggero De Zan, violoncello, Valentina Caiolo, violino] che hanno eseguito «Aria sulla quarta corda di JS Bach», «Hallelujah di Cohen» e «Battaglia contro i mulini a vento, dalla suite Don Chisciotte di GP Teleman», la seconda parte della mattinata è stata dedicata al concorso giornalistico bandito lo scorso 5 gennaio 2024 dalla Fondazione Fava in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale nel 40° anniversario dell’uccisione mafiosa di Giuseppe Fava.

Obiettivo del tema proposto, «apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità e le ingiustizie», la sensibilizzare degli studenti alla conoscenza e all’approfondimento delle tematiche legate all’illegalità, la corruzione e il contrasto alle mafie, partendo dall’osservazione e descrizione del territorio in cui vivono.

Sono stati presentati ventiquattro elaborati, cartacei e audivisivi. Al primo posto si è classificata la classe VA dell’IOS Angelo Musco di Catania con il video «Sommersi», per aver raccontato sul campo, in modo crudo e coinvolgente, uno spaccato della propria realtà territoriale, attraverso le voci dei testimoni e con un linguaggio efficace e mai banale. Un lavoro perfettamente coerente con lo spirito e l’esempio di Pippo Fava.

La VA dell’IOS Angelo Musco di Catania, prima classificata con il video «Sommersi», con la Presidente della Fondazione Fava

Secondo classificato lo studente Salvo Tropea del Liceo Leonardo di Giarre (CT) con l’elaborato «Condanna all’innocenza» che, con grande sensibilità, ha personalmente letto.

Al terzo posto gli Studenti del Giornalino “La Fenice” dell’Istituto Giuseppe Mazzini di Vittoria (RG), con il video «Verità per Daouda». I due video premiati sono stati proiettati in sala riscuotendo lunghi e calorosi applausi dai presenti.

La classe prima classificata avrà l’opportunità di partecipare ad un laboratorio di scrittura giornalistica presso la Scuola di scrittura Itaca. Il secondo e il terzo classificato potranno svolgere un tirocinio gratuito presso il Megafono.org, organo di informazione online.

Salvo Tropea del Liceo Leonardo di Giarre (CT), legge il suo «Condanna all’innocenza»

Hanno infine ricevuto una menzione speciale lo studente Lorenzo Palagonia del Liceo Terenzio Mamiani di Palermo per «La mia Mafia»; la studentessa Lavinia Fucà del Liceo Empedocle di Agrigento per «Stefano Pompeo, una vita spezzata dall’ingiustizia»; classe I B IPSEOA del Pestalozzi di Catania per «Ecco il nostro quartiere: Librino»; gli studenti Sofia Lombardo e Alessandro D’Arpa del Liceo Benedetto Croce di Palermo per «L’eredità del coraggio»; lo studente Michele Candura dell’I.I.S. Alessandro Volta di Caltanissetta per «Ora tocca a noi»; la studentessa Elisa Serio dell’I.I.S. Luigi Failla Tedaldi di Castelbuono (PA) per «Una storia esemplare, come troppo poco spesso accade nella nostra terra»; la studentessa Chiara Odette Sgroi del Liceo Leonardo di Giarre (CT) per «L’ombra del consenso».

Numerosi i consensi e gli apprezzamenti di studenti e docenti che, sottolineando l’importanza educativa della proposta concorsuale e l’impegno entusiasta dei ragazzi nel realizzarla, hanno auspicato una sempre maggiore diffusione di eventi simili.

Concludendo la giornata, visibilmente soddisfatta, Francesca Andreozzi ha ricordato come l’iniziativa odierna si lega strettamente e a quella realizzata dieci anni or sono dall’allora Presidente Elena Fava e dal MIUR, e si è impegnata a proseguire sul cammino iniziato.