FGF & USR

DUE PREMIAZIONI

Il 10 maggio, a Catania, al Piccolo Teatro della Città, in via Ciccaglione 29, alle ore 10:30, premiazione del concorso giornalistico «apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità e le ingiustizie» e del «Premio Giovanna Berenice Mori». A condurre l’evento la giornalista Luisa Santangelo.

Il «Premio storico artistico Giovanna Berenice Mori» è intitolato alla compianta storica dell’arte e al suo appassionato lavoro con il quale ha contribuito a far conoscere e ha permesso di interpretare l’opera pittorica di Giuseppe Fava. Alla fine della selezione dell’edizione 2023, la Commissione composta dalla Presidente della Fondazione Fava, un rappresentante della famiglia Fava e da due Professori dell’Accademia delle Belle arti di Catania, ha selezionato tre storici dell’arte che verranno premiati in questa occasione. Al vincitore verrà conferito un riconoscimento economico, messo a disposizione dalla Famiglia Mori di Padova.

Il Concorso Giornalistico «apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità e le ingiustizie» è stato bandito all’inizio del 2024, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale nel 40° anniversario dell’uccisione mafiosa di Giuseppe Fava.

L’obiettivo è stato quello di sensibilizzare i ragazzi alla conoscenza e all’approfondimento dei temi connessi alla legalità, al contrasto alle mafie e alle problematiche degli specifici contesti di appartenenza. Hanno partecipato licei e istituti scolastici provenienti da 8 province siciliane, che hanno prodotto elaborati in forma scritta o audiovisiva, incentrati su diverse tematiche relative al contrasto alle mafie e al racconto giornalistico delle realtà territoriali e dei loro diversi problemi. La commissione composta da rappresentanti dell’USR Sicilia, giornalisti e rappresentanti della Fondazione Fava ha selezionato tre vincitori, e conferito sette menzioni speciali per altrettanti elaborati.

Il primo classificato avrà l’opportunità di partecipare ad un laboratorio di scrittura giornalistica presso la Scuola di scrittura Itaca, gli altri due potranno svolgere un tirocinio gratuito presso il Megafono.org, organo di informazione online.

Tra le due premiazioni un intermezzo musicale con l’esibizione dell’orchestra “MUSICAINSIEMEALIBRINO”

EVENTO

copertina LA PASSIONE DEL COMPRENDERE

COMPRENDERE IL TEATRO DI GIUSEPPE FAVA

LA PASSIONE DEL COMPRENDERE (arte, politica e teatro di Giuseppe Fava), un importante volume di approfondimento, curato con grande passione da Pierlorenzo Randazzo, titolare di un Dottorato di ricerca in Musica e Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma,  su input della mentore Anna Sica.

Sei saggi di rilievo per comprendere l’ostracismo che subì Fava da parte della letteratura siciliana accreditata, sino alla definizione di essere solo un «rumoroso e fastidioso estraneo!». Ostracismo che, perdurando anche dopo l’assassinio, divenne quasi una seconda esecuzione postuma.

Per comprendere l’intenso rapporto che legò Fava drammaturgo al teatro Stabile di Catania, del quale fu l’autore ufficiale negli anni della direzione di Mario Giusti, con personaggi ideati e perfettamente ritagliati sulle caratteristiche recitative e anche fisiche degli attori dello Stabile catanese. Per comprendere Turi Ferro, indimenticato interprete di Fava, uno degli ultimi attori ad adottare il sistema declamatorio proprio della drammatica metodo italiano.

Per comprendere l’amletismo e l’acre colore delle parole dei testi faviani.

Per comprendere la «scena rivoluzionaria» di Fava che, liberato dai vincoli della cronaca, porta sulla scena il fulcro della sua analisi sociologica etica, politica e sociale affinché il lettore/spettatore divenga consapevole della condizione sociale, politica e morale in cui vive, e riceva gli strumenti per una rivoluzione delle coscienze.

Speranza che in Fava non venne mai meno!

EVENTO

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Centomila al Circo Massimo

Giovedì 21 marzo 2024, tra le vestigia romane del Circo Massimo, centomila persone hanno ascoltato i nomi, oltre mille, delle vittime innocenti delle mafie. Un nome, un minuto di assordante silenzio dedicato ad ogni ricordo.

Luigi Ciotti, nel suo intervento, ha ricordato il sacrificio di Don Peppe Diana del quale ricorrono i 30 anni dalla morte. Sulla sua tomba la frase evengelica “dal seme che muore nasce una messe nuova di giustizia e di pace”. Nel suo fare memoria Don Ciotti ha anche ricordato l’uccisione in Somalia di Ilaria Alpi e Mirian Hrovatin, due giornalisti al servizio della verità, eliminati per le inchieste che stavano svolgendo sul traffico delle armi. Quell’orrendo mercato che la modifica della legge 185 del 1990 vorrebbe rendere più facile. “Non è certo questa – ha detto – una priorità del nostro paese. Si facciamo in fretta altre cose, non questa che favorisce i mercanti di morte. Tacere in questi casi diventa una colpa, parlare un dovere e una responsabilità civile”.

Sull’immigrazione le sue parole sono state dense di senso di responsabilità, verso il Paese, le nuove generazioni. Il gridare, proprio delle persone libere da ogni compromesso, alle nostre coscienze per invitarle a riflettere e ad approfondire. “I migranti sono la coscienza sporca di un occidente che si volta dall’altra parte, rinnegando i suoi valori”.

E ancora, “Le mafie sono sempre più moderne. L’intelligenza artificiale può trasformarsi in intelligenza criminale e i conflitti in corso possono favorire le alleanze tra mafie diverse. Le modifiche normative sulle forme di controllo per la lotta alla corruzione aprono un nuovo scenario dove si amplia la soglia che esiste tra legale e illegale dove le mafie riescono ad inserirsi […] occorre una presa di coscienza collettiva sulla peste mafiosa e corruttiva, altrimenti non riusciremo a sconfiggere l’illegalità […] Non basta togliere la mala erba in superficie, ma è necessario estirpare il male alla radice attraverso la cultura e l’istruzione. L’ultima mafia è sempre la penultima perché loro si sanno rigenerare. Dobbiamo farlo anche noi”.

È necessario che i cittadini tornino a votare. Si deve tornare ad investire in politica e a liberarsi dall’indifferenza, perché le mafie godono anche di un sostegno passivo che è dato dall’indifferenza. I neutrali e coloro che delegano ad altri le responsabilità favoriscono di fatto le mafie.

Una responsabilità personale alla quale nessuno può sottrarsi, ricordando Giuseppe Fava nella Lezione sulla mafia agli Studenti liceali (dicembre 1983) … “tutto quello che vi accadrà nella vita dipenderà da come voi sarete capaci di stare con la mafia o di lottare contro la mafia”…, e Martin Luter King: “Può darsi che non siate responsabili per quello che accade, ma lo sarete per quello che non farete da qui in avanti”.

In giornate come questa, dedicate alla memoria e all’impegno, è importante che ciascuno di noi sia coinvolto in prima persona, in questo aiutati da Piero Calamandrei …“Ci illudiamo di essere qui riuniti a celebrare i morti, le vittime della mafia, a compiere un rituale, pure necessario, e non ci rendiamo conto che sono Loro a convocarci a cadenza fissa, chiamandoci a rendere conto di quanto abbiamo fatto e facciamo per onorare la loro memoria”

E l’impegno non deve limitarsi al giorno celebrativo, ma deve essere quotidiano. Non ci sono alternative all’impegno personale; bisogna liberarci dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze come ci indica la nostra costituzione; è il modo che la società civile e la politica hanno per sconfiggere le mafie e l’autonomia non può essere differenziata perché i diritti sono di tutti, dal lavoro, alla salute, all’istruzione, alla casa.

21 marzo, primo giorno di primavera, non è solo la giornata della memoria e dell’impegno nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ma anche la giornata mondiale contro il razzismo, della poesia, della salvaguardia dei boschi.

Nel 2024 è anche la vigilia del ricordo di un fine marzo del 1944 che portò alla liberazione di Roma dal nazifascismo. Un film “Roma città aperta” ricorda quel momento.

E ancora oggi il nostro è un paese da liberare e, oggi come ieri, sono valide le parole finali del film: Non dobbiamo avere paura né oggi né domani, perché noi lottiamo per una cosa che non può non venire e vedremo un mondo migliore…

FGFnews e Pierluigi Ermini (Libera Informazione 22 marzo 2024)

 

 

Per la Fondazione Fava al Circo Massimo erano presenti Francesca e Claudia Andreozzi e Michele Ricci

PREMIO FAVA GIOVANI 2024 (14a edizione)

Sfruttamento del lavoro, caporalato, lotta per i diritti e per la riaffermazione della dignità, ma anche una riflessione sul modello economico attuale: questi sono stati i temi affrontati durante la cerimonia di consegna del Premio Fava Giovani 2024, svoltasi il 1° marzo pomeriggio a Palazzolo Acreide. Nella sala principale del museo dei Viaggiatori, presenti Diletta Bellotti, attivista e giornalista de l’Espresso, impegnata sul fronte dei diritti umani e della lotta al caporalato, vincitrice del premio, lo scrittore e attivista Yvan Sagnet, fondatore e presidente della rete No Cap, e Massimiliano Perna, giornalista freelance e membro della Fondazione Giuseppe Fava, impegnato nell’ambito dei diritti dei migranti e della lotta al caporalato. Prima dell’inizio dell’incontro, non è mancato il saluto dell’amministrazione comunale di Palazzolo Acreide, con l’intervento di Nadia Spada, vicesindaca e assessora alla Cultura, la quale ha sottolineato il lavoro svolto dalla Fondazione e l’importanza di coinvolgere i giovani, in un momento storico in cui è fondamentale suscitare un loro impegno attivo nelle lotte per i diritti e la giustizia e, ricordando Martin Luther King, contro la silenziosa complicità degli indifferenti. Dopo il saluto istituzionale, è intervenuta la presidente della Fondazione Giuseppe Fava,

Francesca Andreozzi presenta il crowdfunding per la statua di Giuseppe Fava a Palazzolo

Francesca Andreozzi, che ha lanciato per l’occasione la raccolta fondi online sulla piattaforma Laboriusa (clicca qui) per la realizzazione a Palazzolo di una statua in memoria di Giuseppe Fava.

La presidente, quindi, ha lasciato la parola alla giornalista Luisa Santangelo, che ha moderato il dibattito, coinvolgendo subito Diletta Bellotti, la quale ha raccontato il percorso che l’ha spinta a impegnarsi sia come attivista che come cronista, ispirata da un libro, “Ama il tuo sogno”, scritto da Yvan Sagnet. Anche Sagnet inizia il suo intervento raccontando la sua storia personale, quella di un ragazzo partito dal Camerun per studiare ingegneria a Torino e poi, per ragioni economiche, finito a cercare lavoro nelle campagne del sud, passando per le baraccopoli e conoscendo e vivendo sulla propria pelle lo sfruttamento, il degrado dei luoghi, l’umiliazione della dignità di tanti lavoratori. Lo scrittore camerunense ha quindi narrato la sua ribellione, l’organizzazione dello sciopero dei braccianti a Nardò, la sua esperienza di attivista e sindacalista che poi lo porterà anche a far nascere la realtà virtuosa di No Cap. Massimiliano Perna, invece, dopo aver spiegato il fenomeno del caporalato in Italia e in Sicilia, ha raccontato la sua esperienza di giornalista e attivista, sottolineando, così come aveva accennato anche Sagnet, la necessità di una legge più efficace di quella attuale (che è buona ma non sufficiente). Inoltre, con riferimento all’area di Cassibile, ha criticato duramente le soluzioni proposte e presentate in pompa magna dall’amministrazione di Siracusa, vale a dire un ostello da 200 posti

Massimiliano Perna, Yvan Segnet, Diletta Bellotti e Luisa Santangelo

in dei container, per di più con delle regole interne che somigliano più a un campo di detenzione che a un luogo di accoglienza per i lavoratori. Una soluzione che chiama in causa sempre una visione distorta che la politica e la società italiana hanno del lavoratore migrante che, come ha poi sottolineato Bellotti nel suo intervento di chiusura, è lo schiavo che sorregge l’attuale modello economico ingiusto e violento.

Alla fine del dibattito, la presidente Andreozzi ha consegnato il premio nazionale Giuseppe Fava Giovani 2024 a Diletta Bellotti, leggendo la motivazione che riportiamo integralmente: “Per la professionalità e la sensibilità dimostrati nei confronti di temi 

Diletta Bellotti con la targa del Premio Fava Giovani ricevuta da Francesca Andreozzi

importanti e di grande urgenza civile, quali le mafie, le migrazioni e la tutela dei diritti. E per l’impegno tenace nel trasmettere, attraverso la professione giornalistica, valori come il rispetto e il linguaggio della gentilezza, la Fondazione Giuseppe Fava conferisce alla dottoressa Diletta Bellotti il premio nazionale Giuseppe Fava Giovani 2024”.

 

PRG ST GF

UNA STATUA DI GIUSEPPE FAVA A PALAZZOLO ACREIDE

DONA ADESSO

Un crowdfunding, una raccolta dal basso per una memoria perpetua di Giuseppe Fava.

A cavallo di due importanti ricorrenze, il quarantennale dell’uccisione e il centenario della nascita di Giuseppe Fava, a Palazzolo Acreide matura l’idea di fare memoria mediante una statua urbana dell’intellettuale palazzolese.

Il Coordinamento Fava recepisce l’idea e se ne fa carico coinvolgendo la Fondazione Fava alla quale viene dato mandato di avviare le varie procedure organizzative.

Il Comune concede in concessione perpetua il suolo pubblico, venogono contattati cinque Maestri Scultori di chiara fama, e li si invita a presentare il loro progetto per «un’opera che ricordi Fava senza celebrarlo; e dunque la semplicità di Fava, la sua antica abitudine a non atteggiarsi mai, la sua dimensione di uomo e di intellettuale che si ritrovano insieme senza sforzo. Una rappresentazione scultorea di Fava che induca a rivolgergli la parola, più che a offrirgli corone di fiori

Una Commissione composta da rappresentanti della famiglia Fava, della Fondazione Fava e del Comune di Palazzolo Acreide, e da due Professori dell’Accademia delle Belle Arti di Catania e Siracusa ha scelto il progetto del Maestro Giuseppe Agnello che raffigura Fava seduto su una panchina di piazza Nigro a Palazzolo, che scrive sul suo taccuino con lo sguardo rivolto al Liceo Platone.

Un fil rouge di sensazioni e sentimenti, con lo sguardo e il pensiero di Fava rivolto agli studenti che nel Liceo sono educati e, di ritorno, la possibilità che gli studenti hanno, dalle finestre del loro Liceo, di guardare la statua col pensiero rivolto al loro illustre concittadino e ai suoi insegnamenti.

Il costo totale del progetto (IVA inclusa) è di 52.460,00 €.

Confidiamo nel sostegno delle Istituzioni, in primis il Comune di Palazzolo Acreide, di Enti e Società, ma soprattutto di tutti gli estimatori di Giuseppe Fava.

L’obiettivo del crowdfunding è la raccolta di 15.860,00 € che copriranno le spese della modellazione in argilla.

Donate adesso cliccando sul link sottostante

https://www.laboriusa.com/campaigns/larte-di-ricordare/

 

240105 Repubblica La sfida di Fava raccontata alle giovani generazioni

Mini Rassegna Stampa sul quarantennale dell’uccisione di Giuseppe Fava

Il quarantennale dell’uccisione di Fava è stato caratterizzato da molte iniziative giornalistiche e non solo. Ne diamo di seguito una parziale documentazione.

240103 “Apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità e le ingiustizie” – Fondazione Fava e Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia

https://www.usr.sicilia.it/concorso-giornalistico-giuseppe-fava-as-2023-24/?fbclid=IwAR0ruEKfDYElQqjTXhxusS67KlZufWs8Na7VUAfiPCzUiLZEbRB7W-xIdhY

240104 Chi non era mio padre, di Claudio Fava

240104 OGGI Chi non era … di Claudio Fava

240105 Presidente Mattarella su Giuseppe Fava ANSA

240105 ANSA Presidente Mattarella su Giuseppe Fava

240105 OSSIGENO: Mio nonno Pippo Fava, ucciso quarant’anni fa a Catania dalla mafia. Intervista a Francesca Andreozzi

https://www.ossigeno.info/mio-nonno-pippo-fava-ucciso-quarantanni-fa-a-catania-dalla-mafia/

240105 OSSIGENO: L’archivio Fava, percorsi di lettura e scoperte sorprendenti. Intervista a Francesca Andreozzi. Il monologo di Venero Alicata (da La violenza, 1970)

https://www.giornalistiuccisi.it/la-violenza-online-un-brano-dal-dramma-di-pippo-fava-1970/

240105 RAI PLAY SOUND LA STORIA DI PIPPO FAVA

https://www.raiplaysound.it/programmi/primachelouccidano-lastoriadipippofava;

240105 Legge Bavaglio e Fava di Lirio Abbate

240105 REPUBBLICA Legge Bavaglio e ricordo di Fava di Lirio Abbate pdf

240106  Una città che non cambia di Maria Elena Quaiotti

240106 Una città che non cambia di M. E. Quaiotti LA SICILIA

240106 Fava e Mattarella, due pilastri… LA SICILIA

240106 LA SICILIA Fava e Mattarella, due pilastri…

240107 Gli occhiali ci servono di C De Gregorio

240107 Gli occhiali ci servono di C De Gregorio

240107 Per sconfiggere la mafia, aiutate i giovani di P. Scaglione

240107 Per sconfiggere mafia, autate i giovani di P. Scaglione FAMIGLIA CRISTIANA

 

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5 gennaio 2024; 40 anni dall’uccisione mafiosa di Giuseppe Fava

Il corteo dei Siciliani giovani imbocca via Fava, mentre il coro dell’IC Cesare Battisti intona “Pensa” di Fabrizio Moro ed esegue con trombe e altri fiati “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan.

Molti giovani, poche autorità. Sotto la lapide l’omaggio floreale della famiglia, con Claudio Fava, le nipoti Alessandra e Francesca Andreozzi, e il pronipote di Fava, Giovanni Scuderi.

Dopo l’interruzione causata dalla pandemia, riprende la tradizione di donare strumenti musicali a orchestre popolari e scuole ad indirizzo musicale. l Il dono degli strumenti musicali fu voluto da Elena Fava nel gennaio 2015 per porre fine al furto dei fiori che si perpetrava sistematicamente da anni.

Quest’anno entrambi gli strumenti sono stati consegnati da Francesca Andreozzi, Presidente della Fondazione. All’IC Francesco Petrarca, rappresentato dal Dirigente Scolastico prof. Giuseppe Adonia, è stata donata una tromba da parte del Comune in memoria di Giuseppe Fava, e all’IC Battisti, rappresentato dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Maria Paola Iaquinta, è stato donato un violino in memoria di Elena Fava.

Il presidio sotto la lapide s’è concluso con l’esecuzione delle Sesta Suite Sarabanda di J.S. Bach da parte del violoncellista di Musicainsieme a Librino.

Alle ore 18, presso il Centro Culture Contemporanee Zo, in piazzale Rocco Chinnici, Luisa Santangelo ha moderato il dibattito dal titolo “Fare (non solo) memoria”, al quale sono intervenuti Sebastiano Ardita, Pierangelo Buttafuoco, Claudio Fava, Michele Gambino.

Titolo molto appropriato, perché quarant’anni dopo l’assassinio mafioso di Giuseppe Fava bisogna sì fare memoria, ma non solo. C’è da chiedersi quanto è cambiata la città, ma soprattutto quanto siamo cambiati noi. Quanto ci sentiamo colpevoli o innocenti delle cose che accadono; che accadono non nella distrazione bensì nel silenzio di tanti, se non di tutti.

Il 40° anniversario della morte di Fava coincide quest’anno con il tentativo di affossare l’informazione giudiziaria. Con l’approvazione della legge bavaglio si mortificano le metodologie e gli stessi principi del giornalismo etico del fondatore de I Siciliani e di tutti coloro che hanno dato la vita per garantire un’informazione più libera.

Lo ha ribadito nel suo messaggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

«Sono trascorsi quarant’anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo. La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria. Fava ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà. L’indipendenza dell’informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva. Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio».

Parole che generano commozione e gratitudine, non solo perché è la prima volta di un messaggio del Presidente della Repubblica in memoria di Fava, ma soprattutto perché evocano sentimenti che sono linee comuni all’interno della, ahinoi, grande comunità dei familiari delle vittime della mafia, alla quale anche il Presidente appartiene. La deriva che si sta tentando di intraprendere non solo penalizza l’informazione libera, ma rischia anche di depotenziare il sistema processuale e quello penitenziario. Anche questa volta concludiamo con un mai abbassare la guardia…

Al termine del dibattito, Daniele Lo Porto (Assostampa Sicilia) ha ritirato, per conto del vincitore Francesco La Licata, assente per motivi di salute, dalle mani della Presidente della Fondazione Fava Il premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava – Niente altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie” 2024.

La motivazione del premio sottolinea l’egregio lavoro svolto da La Licata, che in “cinquant’anni di giornalismo, sempre dalla parte della ricerca della verità, ha dato dignità e lustro a questo mestiere”.

A fine serata Francesca Andreozzi ha comunicato alcuni dei prossimi eventi della Fondazione per il 2024, tra cui un Concorso Giornalistico, promosso in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado della Sicilia, e la presentazione alla Feltrinelli di Catania del libro “Pippo Fava. l’intellettuale che smascherò la mafia” di Carla Virzì e Vincenzo Sanapo.

FGF